Intervista allo stilista Gianni Tolentino

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Gianni Tolentino, stilista milanese di grande successo e cliente storico del nostro negozio.

Come e quando nasce l’amore per il mondo della moda?

Da sempre. Avevo una zia sarta, ero affascinato dai tessuti e dai colori. Ricordo che fin da bambino – avevo 8-10 anni – mi piaceva andare davanti alla Scala per vedere le signore scendere dalle limousine nere con i loro bellissimi abiti da sera e sfilare verso l’entrata, ricordo la neve che scendeva, c’era un’atmosfera da fiaba.

Quali sono stati i passi più importanti della sua carriera?
Ho studiato pittura e scenografia all’Accademia di Brera, ero portato per l’arte e soprattutto per il disegno. Dopo Brera ho frequentato la Marangoni e ho fatto degli stage presso grandi stilisti, prima a Parigi da Dior, poi da Mila Shon e da Pucci, a Firenze.

Poi, con grande coraggio, mi sono buttato. Erano gli anni ’80, quando tutto era possibile. Ho iniziato da zero a sfilare in una galleria d’arte nella zona di corso Magenta, con delle amiche come modelle. Ricordo che c’era da lottare con loro perché ognuna voleva scegliersi il vestito!
Lentamente sono passato alle sfilate all’Hotel et de Milan e al Principe di Savoia. Era faticoso, ma molto stimolante, dopo una settimana avevo già venduto tutti gli abiti della sfilata.

Che cosa cerca in un tessuto? come lo sceglie?
Ho sempre amato il bello e la qualità. Fin dall’inizio andavo a Como e alla fiera tessile di Cernobbio per comprare la seta comasca, oppure compravo  bellissimi tessuti ricamati francesi. Ho sempre scelto il meglio anche se costava caro.

Il tessuto è la base della collezione, parte tutto dal tessuto.Quando disegnavo o facevo disegnare degli abiti, mi capitava spesso di essere scontento, mi sembrava una perdita di tempo. Preferisco partire direttamente dal tessuto e dar forma all’abito sul manichino, con pochi spilli. Il mio è un atto creativo puro.

Oggi preferisco lavorare in atelier creando abiti personalizzati per le clienti su loro desiderio e che valorizzino al massimo la loro personalità, sia per la cerimonia e la sposa in particolare.
Normalmente lavoravo con negozi in Italia e all’astero che vendevano i miei abiti da cerimonia, sposa e sera per eventi importanti.
Oggi i tempi sono profondamente cambiati, molti negozi storici hanno cessato l’attività e gli stilisti ci sommergono di  nuove proposte che passano veloci.

Nel tempo mi sono creato una nicchia di clientela che preferisce venire in atelier e avere abiti esclusivi. Continuo comunque a fare una collezione e delle sfilate, due anni fa sono andato a New York e ho sfilato per la fashion week, poi mi hanno chiamato anche a Washington, ma il cuore del mio lavoro è l’atelier.
Con i tessuti ho fatto anche costumi per il Carnevale di Venezia, ho vinto un Leone d’Oro e ho esposto i miei abiti in diverse mostre e ville storiche, in Italia e all’estero.

Tom Ford ha dichiarato che quello della stilista è un mestiere da egocentrici maniaci, perché lo stilista impone al mondo la propria visione attraverso lo stile. Si ritrova in questa dichiarazione?
Mi ritrovo al 70%, credo ci sia molta verità in questa affermazione. In atelier arrivano donne che hanno già tutto, ma non hanno idee precise su quello che vogliono, si affidano allo stilista che deve saperle valorizzare. Se una donna è “normale” con i nostri abiti dobbiamo renderla bella, se è già bella dobbiamo renderla bellissima.

Ha in mente una donna particolare quando crea i suoi abiti?
Direi di no, potrei dire Audrey Hepburn, ma non è un modello di donna attuale. La donna di oggi spesso lavora, è moderna e all’avanguardia, non ha nostalgia del passato.

Qual è la sfida più importante per il mondo della moda in questo momento storico?
Non uscire dagli schemi della bellezza, fare abiti di gusto e saper consigliare le persone per il meglio, per soddisfare le clienti e renderle sicure di sé. Fare abiti originali, che non risultino subito datati come certe fantasie usate da alcuni stilisti che si trovano in tutte le vetrine e su tutti i giornali.

I miei abiti sono senza tempo, hanno tessuti bellissimi e linee eleganti, possono essere utilizzati più volte, anche a distanza di anni, perché sono sempre attuali, attualmente ho creato una collezione da giorno sempre particolare nel dettaglio.

Che cosa significa “eleganza” per lei?
L’eleganza deve essere sottile, studiata nel dettaglio, mai appariscente. Deve farsi notare, ma non suscitare stupore.

Qual è il suo rapporto con Milano?
Milano mi piace molto. La città si sta evolvendo con nuovi quartieri e nuovi palazzi, credo vada nella giusta direzione. La scena è frizzante, mancano però gli attori. Dal punto di vista sociale ci sono stati dei fortissimi cambiamenti, non sempre positivi a mio parere. Negli anni ’90 ero molto richiesto per gli abiti da sera, soprattutto per la prima della Scala che era l’evento mondano per eccellenza. Lavoravamo fino all’ultimo per sistemare i dettagli, con i mariti che aspettavano impazienti.

Oggi la donna manager  ha molto meno tempo a disposizione per cui quando si deve recare  a un evento serale tende a cambiare l’accessorio e non l’abito. Secondo me la donna dovrebbe puntare sulla sua femminilità ed essere più affascinante cambiando l’abito, il trucco e l’acconciatura, come se fosse un’attrice.

Quali sono i trend per la prossima primavera/estate?
Le linee romantiche con i colori pastello, ma anche il bianco e il nero o il bianco e il blu. E poi molti pizzi.

Quale consiglio darebbe ai giovani stilisti?
Di tenere duro. Ci sono giovani bravissimi, ma è difficile emergere. Magari trovano chi li promuove e li lancia per una sfilata, ma poi non riescono ad andare oltre, il problema è riuscire a vendere. Vedo tanto entusiasmo, ma da solo non basta, ci vuole senso del sacrificio e molta motivazione. Non si può pensare che il successo arriverà subito, mi sembra che questi giovani manchino di umiltà.

Che cosa le offre new tess?
Una scelta totale per tutte le occasioni, dal mattino fino alla serata elegante. Un’offerta così ampia la trovo solo qui.

Salutiamo Gianni Tolentino e sognando di avere presto un’occasione speciale per poter indossare uno dei suoi affascinanti abiti da sera, ci ripromettiamo di andarlo a trovare nello splendido atelier di via Manzoni 39.

© Foto di Daniele Marucci

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